La festa per il 50. di attività della Federazione ticinese di atletica fa i conti con la pandemia e i Campionati svizzeri si allontanano dal Ticino.
Un ospite tanto inatteso quanto sgradevole che ha rovinato la “festa”. Metaforicamente a tutto il mondo, letteralmente alla Federazione ticinese di atletica, che proprio quest’anno festeggia il 50esimo anniversario dalla sua fondazione e che avrebbe voluto sottolineare tale ricorrenza con diversi avvenimenti speciali, a cominciare dall’organizzazione nel nostro cantone (20 anni dopo la prima volta e a 10 di distanza dall’ultima) dei Campionati svizzeri élite. A causa dell’emergenza sanitaria in particolare in Ticino, la manifestazione programmata per il 26-27 giugno al Comunale di Bellinzona ha però dovuto essere rimandata (così come l’assemblea dei delegati di Swiss Athletics prevista a Locarno e l’evento celebrativo in programma al Lac di Lugano, per non parlare del Galà dei Castelli, nel quale agli atleti Ftal è riservato un importante spazio soprattutto nel pre-meeting) su richiesta degli stessi organizzatori. E se la Federazione svizzera ha comunicato di essere già al lavoro per trovare delle date alternative che permettano lo svolgimento di un evento che per i vertici dell’atletica rossocrociata ha la “massima priorità”, non è detto che questo si potrà organizzare.
«È stata una decisione dolorosa da prendere, ma non potevamo fare altrimenti – ci spiega Francesco Quattrini, presidente della Ftal nonché Delegato per le relazioni esterne (nazionali e internazionali) del canton Ticino –. Ci troviamo in un contesto troppo delicato e incerto per mettere in moto l’imponente macchina organizzativa necessaria per proporre una manifestazione del genere, dietro alla quale ci sono mesi di lavoro, importanti risorse umane e investimenti finanziari. Inoltre la disponibilità delle strutture non è assicurata cambiando la data dell’evento. Non si può mettere in moto tutto questo senza essere sicuri del risultato che si può ottenere. Perché oltretutto anche se la situazione sanitaria fosse migliorata e noi fossimo riusciti a organizzare il campionato, molto probabilmente si sarebbe dovuto svolgere con svariate restrizioni tanto per gli atleti, per il pubblico e non dimentichiamolo per i numerosi collaboratori di un tale evento (circa 200), per cui avrebbe perso molto di significato. Peccato, questo avrebbe dovuto essere un anno speciale e non solo per il 50esimo, anche perché si sarebbero dovuti svolgere i Giochi olimpici con la possibilità concreta che almeno una nostra atleta, Ajla Del Ponte, si sarebbe potuta qualificare. Ma sono sicuro che avrà tutte le possibilità di ben figurare nel 2021».
Dal punto di vista sportivo, proprio il rinvio di un anno dei Giochi di Tokyo ha cambiato le carte in tavola in una stagione comunque completamente da ridisegnare, rimettendo in discussione un eventuale recupero della rassegna nazionale su suolo ticinese… «Non è facile portare un appuntamento di questo tipo in Ticino mobilitando i migliori atleti da tutta la Svizzera e se dobbiamo provarci vogliamo essere sicuri di avere tutte le possibilità e le condizioni favorevoli per farlo nel migliore dei modi. Di conseguenza dal nostro punto di vista non è scontato di poterci riprovare ancora in questa stagione e lo abbiamo fatto presente a Swiss Athletics, pur lasciando una porta aperta. Non c’è ancora una decisione definitiva e in questo senso molto dipenderà anche dall’evolversi della situazione sanitaria e dalla data di una possibile ripresa delle attività (ferme, allenamenti compresi, dallo scorso 16 marzo, giorno in cui il Consiglio federale ha dichiarato la situazione straordinaria prevista al momento fino al 19 aprile ma sulla quale ci si aspetta un aggiornamento entro tale data, ndr). Non a caso abbiamo anche dato ai vertici nazionali la nostra disponibilità a organizzare l’evento nel 2021 casomai intendessero posticipare le assegnazioni già avvenute (gli “Svizzeri” dovrebbero tenersi tra un anno a Langenthal e nel 2022 nel canton Zurigo, ndr), ma ora è ancora presto per prendere qualsiasi decisione a livello di programmazione».
L’emergenza sanitaria sta mettendo in ginocchio il mondo sportivo anche dal punto di vista economico, ma come stanno la Ftal e la trentina di società sotto il suo cappello? «Fortunatamente noi come federazione siamo relativamente risparmiati sotto l’aspetto finanziario, in quanto non abbiamo dei costi fissi troppo elevati. Se non organizziamo eventi, non facciamo guadagni ma non andiamo nemmeno in perdita, anche perché il nostro è un movimento ancora molto impostato sul volontariato. In questo momento in cui è tutto fermo evidentemente stiamo spendendo poco, mentre le abituali prestazioni fornite dall’Ente pubblico, ad esempio attraverso il fondo Sport-Toto, per quest’anno sono garantite, per cui per ora non ci sentiamo troppo esposti. Lo stesso dovrebbe valere per le singole società, al di là del fatto che debbano rinunciare alla pianificazione di eventi che organizzano anche con lo scopo di raccogliere fondi».
LA VOLONTÀ – Calendario accorciato per salvare la stagione
Per l’ex atleta (fino alla categoria U20 a livello nazionale) numero uno della Ftal dal 2015, quello attuale è indubbiamente «il momento più delicato da quando sono presidente, ma non è certo la prima sfida e non sarà nemmeno l’ultima. In questo momento la priorità assoluta è la salute delle persone, ma restiamo motivatissimi per continuare a promuovere il movimento cantonale, che già in altre situazioni in passato ha dimostrato di unirsi e saper reagire nelle difficoltà. E sono certo che lo farà anche questa volta non lasciandosi abbattere o scoraggiare dal coronavirus. Tanto che la nostra intenzione, una volta capito come le Autorità intendono muoversi a livello di misure anti Covid-19, è quella di valutare la rielaborazione di un’agenda accorciata che permetta di salvare la stagione e dare una prospettiva alle nostre atlete e atleti, perlomeno per quello che riguarda gli appuntamenti principali, quali ad esempio i Campionati ticinesi assoluti e giovanili, le staffette, i Campionati svizzeri interclub giovanili e le gare multiple. Ci proveremo».